mercoledì 16 settembre 2015

Fucecchio e Ravenna unite dalla Poesia
La sinergia di intenti nobili e puri, per organizzare eventi culturali di grande portata e risonanza, è stata la chiave d’oro che, a Ravenna il 5 settembre 2015, ha aperto lo scrigno delle parole. Quelle essenziali, vere, emozionanti pronunciate dai relatori intervenuti al convegno tenutosi nello storico palazzo della Croce Rossa Italiana in omaggio a Dante Alighieri nel 750° anniversario della nascita. Oltre a esserne il tema, “La Poesia salva la vita”, al numeroso pubblico presente, è subito apparso quale assioma imprescindibile non solo perché gli attori Franco Costantini e Evelina Drianovska, accompagnati dal soave mandoloncello di Raimondo Raimondi, hanno superbamente recitato il quinto Canto dell’Inferno, dando voce a Paolo e Francesca, ma anche perché si è suggellato un patto importante: il sentito gemellaggio tra LAPS, dalla ventennale e rinomata attività culturale in Italia e all’estero e la giovane associazione culturale IL GLICINE, che della Poesia ha fatto il suo stendardo fin dagli esordi. Nell’antica capitale dell’Impero Romano d’Occidente, talvolta sembra davvero che si possa ancora vivere in una dimensione magica e avulsa dalla realtà, la stessa che il Sommo Poeta prima, e poi Lord Byron, Herman Hesse, Gustav Klimt, Eugenio Montale devono aver percepito ammirando gli scintillanti e ieratici mosaici della basilica di San Vitale. Al suo interno, la luce fenomenica, proveniente dalle aperture architettoniche, diviene molecolare e ultraterrena per via della diversa sporgenza delle preziose tessere musive su cui si rifrange. Esule da Firenze nel 1318, Orfeo cristiano alle prese con il proprio inferno personale, il Sommo Poeta, accolto con prodigo mecenatismo da Guido Novello Da Polenta e con comprensione dai frati Francescani, constatò l’evidenza di essere infine approdato nel luogo ideale per terminare il Purgatorio e cimentarsi a scrivere il Paradiso. Se oggi l’umanità intera gode dell’ineffabile e sacra bellezza della Divina Commedia, tradotta in più di cinquantacinque lingue, si deve forse ringraziare anche l’avvedutezza lungimirante degli imperatori Giustiniano e Teodora, paladini della fede cristiana, che, dell’incorruttibile mosaico, nel sesto secolo fecero l’arte di stato per eccellenza. Fu duro quel viaggio della speranza fino a Ravenna per il Sommo Poeta: a dorso di mulo, nel cuore dell’inverno, valicò gli Appennini. Anche il nostro quotidiano vagare tra i meandri bui dell’incoscienza di sé è difficile, spesso penoso. Una forma di riscatto e di risveglio interiore ci è offerta dalla Poesia che può dare significato alla vita rendendola luminosa. Può anche placare, quale limpido ruscello, la sete di chi si adopera a divulgarla, a realizzare l’interculturalità tra i popoli dato che, in direzione ostinata e contraria e tramite i versi, s’intravede e si persegue la salvezza di tutti noi. (articolo della scrittrice ravennate Ornella Fiorentini)
                                                                                      

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